Bourbon a Idrogeno: il Kentucky trasforma l’idrogeno in whiskey
Il bourbon, simbolo della tradizione del Kentucky, entra in una nuova era grazie a un progetto rivoluzionario che combina innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Il James B. Beam Institute for Kentucky Spirits dell’Università del Kentucky, in collaborazione con il Center for Applied Energy Research (CAER) e il Kentucky Energy and Environment Cabinet (EEC), ha avviato un’iniziativa unica al mondo: utilizzare l’idrogeno come combustibile per alimentare la produzione di whiskey, riducendo così l’impatto ambientale dell’intera filiera.
L’idrogeno come pilastro della decarbonizzazione
Il progetto, intitolato “Kentucky Distilled Spirits Industrial Decarbonization and Sustainability”, mira a sostituire parzialmente il gas naturale con l’idrogeno nella fase iniziale del processo di distillazione. In questa fase, il vapore prodotto dalle caldaie è essenziale per creare il distillato. L’utilizzo dell’idrogeno non solo riduce il consumo di gas naturale, ma rappresenta un passo concreto verso l’obiettivo della decarbonizzazione.
Seth DeBolt, direttore del James B. Beam Institute e principale responsabile del progetto, ha commentato:
“Con l’aumento delle distillerie in Kentucky, cresce anche la domanda per le nostre risorse naturali. Questo progetto rappresenta una grande opportunità per testare l’idrogeno come combustibile decarbonizzato e valutarne l’impatto su tutti gli aspetti della produzione.”
L’iniziativa si distingue anche per il lungo periodo di osservazione necessario a valutarne i risultati. Il bourbon prodotto con l’utilizzo dell’idrogeno verrà invecchiato per almeno quattro anni, durante i quali gli esperti monitoreranno eventuali cambiamenti nel sapore, nella qualità e nell’efficienza del processo produttivo.
Una visione olistica per l’energia e l’ambiente
Kenya Stump, direttrice dell’Office of Energy Policy presso il Kentucky Energy and Environment Cabinet, ha sottolineato come questo progetto rappresenti perfettamente la filosofia energetica dello stato:
“La strategia energetica del Team Kentucky enfatizza un approccio ‘tutto incluso’ ai combustibili, supportando lo sviluppo economico. L’idrogeno è un combustibile emergente con il potenziale di ridurre le emissioni, stimolare nuovi investimenti e sostenere gli sforzi di sostenibilità delle nostre imprese.”
Agrivoltaico: il bourbon alimentato dal sole
La seconda fase del progetto non è meno ambiziosa. Attraverso un sistema agrivoltaico, il team prevede di utilizzare un impianto solare da un megawatt per produrre energia, coltivando contemporaneamente materie prime per la distillazione come grano, segale e mais sullo stesso terreno. Questa combinazione di agricoltura e energia solare rappresenta un potenziale “doppio vantaggio” per l’industria del bourbon, garantendo sostenibilità sia nei processi energetici che in quelli agricoli.
Kenya Stump ha descritto l’obiettivo di questa fase con entusiasmo:
“Se riusciamo a dimostrare che è possibile produrre bourbon con energia solare e materie prime coltivate sullo stesso terreno, otterremo un risultato straordinario per l’industria e l’ambiente.”
Un progetto unico nel suo genere
Rodney Andrews, direttore del Center for Applied Energy Research dell’Università del Kentucky, ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra discipline per affrontare le sfide dell’industria del bourbon:
“Sviluppare nuove tecnologie per rendere l’industria del bourbon più efficiente dal punto di vista energetico è una sfida complessa. Ciò che rende l’Università del Kentucky un luogo unico è la possibilità di costruire team collaborativi e multidisciplinari per risolvere queste sfide.”
Con questo progetto, il Kentucky non solo consolida la sua leadership nell’industria del bourbon, ma dimostra come tradizione e innovazione possano convivere per creare un futuro più sostenibile.